Monday, August 27, 2007

Hasta la vista

Titoli di coda

Durata soggiorno: 28 giorni

Been there, done that: Cancun, Ciudad De Campeche, Chetumal, Chiapa De Corzo, Izamal, Merida, Playa Del Carmen, Riserva De La Biosfera De Siaan Ka’an, San Cristobal De Las Casas, San Juan Chamula, San Lorenzo Zinacantan, Tulum pueblo, Tulum ruinas

Il meglio: Centro Ecologico Sian Ka’an, Playa Paraiso (Tulum), San Cristobal De Las Casas e dintorni, Ciudad De Campeche, Izamal

Il peggio: Chetumal (repetita juvant), Aereoporto Barajas di Madrid (dove le coincidenze non coincidono mai)

Chilometri percorsi: 2.791

Consumo complessivo refrescos assortiti (agua purificada, cerveza, Coca, Fanta, Sprite, Horchata, chocolate, caffè): ca. 98 l

Consumo tortillas, huevos revueltos, frijoles charros, molepoblano, tamales e altri piatti tipici: ca. 18 kg

Consumo snack più o meno rivoltanti (Globitos, Oreo, Sabritas, Pan Dorado, etc.): ca. 2 kg

Consumo Junk Food: 1 Bacon Whopper queso/tocino menu, 1 piatto di pasta con infrequentabile ragù di scatoletta ma autentico parmesan cheese e –sorpresa!- spaghetti al dente

Consumo carte telefoniche larga distancia: 4, per 120’ di conversazione effettivi

Consumo medicinali: Moment (2 compresse), Aspirina effervescente (2 bustine)

Consumo librario: 1427 pagine (“L’elenco telefonico di atlantide”, Tullio Avoledo, Einaudi; “Nessuna cortesia all’uscita”, Massimo Carlotto, e/o; “Le Zanzare di Zanzibar”, Giancarlo Narciso, Fazi Editore; “Mille splendidi soli”, Khaled Hosseini, Piemme. Ci sarebbe anche la fondamentale antologia su Jose Guadalupe Posada di cui sotto, ma in quel caso è bastato guardare le figure, peraltro molto belle)

Miglioramenti nella pratica dello spagnolo: primi congiuntivi coniugati al presente, apprendimento e uso sporadico termini fondamentali quali “Por su puesto” (“naturalmente”), “todopoderoso” (“onnipotente”), “Horchata” (“orzata”), “Ademas” (“oltre a”), “Buena Onda” (“Figata”)

Internet Point visitati: 10

Foto scattate: 255

Souvenir acquistati: nn. 1 Candelabro in terracotta modellata e dipinta a mano, nn. 1 tovaglia bianca ricamata tono-tono, nn. 10 decorazioni natalizie in latta smaltata, nn. 1 confezione caffè tostado & molido in Chiapas, nn. 1 confezione salsa piccante habanero Chimay da 150 cl, nn. 3 confezioni Mole Doña Maria da 125 g, nn. 1 orrenda sacca griffata “Playa Del Carmen”, nn. 1 sarape a strisce rosse e nere, nn. 1 coperta da viaggio in pile marcata ADO, nn. 4 cartoline soggetti assortiti, nn.1 monografia “Posada” dedicata all’omonimo incisore

Morti & feriti: nn. 1 felpa, 3 paia mutande, 1 cintura, nn. 2 confezioni di cioccolatini José Cuervo Especial. Ci mancheranno, ma la vita continua

Special Thanks: ADO, American Express, B&B Le Gite Del Sol (San Cristobal De Las Casas), Cablemas, Cristal, Gamesa, Nikon, Omnibuses Cristobal Colon, Hotel Plaza (Playa Del Carmen), Sigma, Ticketbus.mx.com, Telcel Mexico, Timberland, Visa, Vosonic. Un ringraziamento particolare a Stefano, Paola e Maite per l’ospitalità e i buoni consigli, e uno all’uragano Dean per averci permesso di tirarcela da veri globetrotter senza però strapazzarci troppo. Un abbraccio e un ricordo speciale all’Enzone: senza il suo esempio, tutto questo non sarebbe stato possibile. Dissolvenza.

Wednesday, August 22, 2007

Appena prima di partire

E dopo quattro settimane, eccoci qui, pronti a rientrare alla base. Mixed feelings, come in un ceviche di momenti che frullano fra coratella e dura madre, e un po' di strizza, perché l'aereo è pur sempre l'aereo, e se Dio avesse voluto farci volare, come diceva il sergente Hartman, ci avrebbe fatto spuntare le ali al culo.
E però: si torna a casa.
Con la voglia di tornare. Di raccontare. Di inventarsi altri viaggi. E con qualcosa che forse c'è, forse no, ma insomma per ora parliamone sottovoce, tocchiamo tutto e chi vivrà vedrà.
Intanto, mancanno ancora un paio di post. Ma per chiudere in bellezza, tocca tornare in Italia. E dunque, mentre scrivo queste righe in un Cyber-Cafe della Avenida Uxmal di Cancun, sto già vedendomi il trailer delle prossime ventiquattr'ore.
Sarà una faticaccia, ma quando ce vo' ce vo'. Casa, dolce casa.

Era una notte buia e tempestosa

Cancun, 20 agosto 2007. Ore 18 e 45. Coprifuoco. Siamo chiusi in albergo da un'oretta buona, e dell'uragano Dean neanche l'ombra. Ci incolliamo alla Tv via cavo per capire come gira il fumo, ma di telegiornali nemmeno l'ombra. In compenso, ci cucchiamo un leccatissimo polpettone Tv sui Miserabili di Victor Hugo. Mentre Asia Argento schiatta in francese fra le braccia di Enrico Lo Verso, fuori dalla finestra inizia a piovigginare e tirar vento, ma niente de che. Fra il coprifuoco, il grigiore e la tele sembra di stare al Giambellino a novembre. Altro che uragano.

Ore 20. Su Canal 10 comincia il Tg. Dice che Dean ha raggiunto il quinto grado della scala Saffir-Simpson, quello corrispondente ai cazzi amarissimi. Guardo fuori, e improvvisamente mi sembra di aver girato su un documentario di Godfrey Reggio: sullo sfondo un po' grigio un po' arancio un po' viola del tramonto, le nuvole si addensano in fast forward. Brrr.

Ore 21. Tg finito. Un clic del telecomando e finiamo sul canale A&E, dove va in onda la serata Addams. Anche da questa parte dello schermo il clima è un po' Addams: il vento scuote le palme sulla strada con strattoni rabbiosi da rottweiler, e piove direttamente di traverso. A secchiate. I doppi vetri della finestra tremano sotto la pressione del vento, e dalla porta d'ingresso, che si affaccia sul patio, comincia a filtrare dell'acqua. Asciughiamo e controlliamo le serrature. Non si sa mai.

Ore 22,15. Fester, guarda un po' le coincidenze, sfila dalla libreria di casa Addams un libro magico che scatena un uragano. L'effetto combinato delle immagini e del Dolby Surround powered by Dean è un'ottima imitazione del nostro impianto 5.1. Risatine nervose.

Ore 22,45. Una raffica di vento particolarmente velenosa fotte il segnale della nostra Tv via cavo. Quando riusciamo a ricollegarci, qualche minuto dopo, un Tg flash ci informa che sì, Dean è qui ed è incazzato come un toro. Per fortuna ha puntato l'occhio verso Chetumal. Non tutti i mali vengono per nuocere.

Ore 23,50. Fine di "The Addams' Family Values". Fuori la situazione sembra di nuovo normale. Apro la finestra che dà sul terrazzino. Tira ancora vento, ma senza esagerare. Mi guardo in giro. Danni visibili: qualche grossa pozzanghera, qualche tegola rotta, qualche allarme che suona a qualche quadra da qui. Nel cielo cupo, altre nuvole in modalità Koyanisquaatsi. Il peggio sembra passato. A 'sto punto direi che potremmmo anche azzardare un pisolo.

21 agosto 2007. Ore 7,30. Sveglia. Fuori pioviggina appena appena, e sta schiarendo. Buttiamo l'occhio alla finestra. Se c'è stato qualche evento epocale, ce lo siamo perso. Com'è dura la vita del reporter d'assalto.

Ore 9,30. Telefonate a familiari e suoceri, che dandoci per spacciati stavano già camminando sui muri. Tranquilli, cosa volete che sia un piccolo uragano.

Ore 11, 20. Giretto di perlustrazione nella zona hotelera. Negozi e supermercati, fatti salvi gli outlet di stronzatine per turisti, sono ancora tutti impacchettati. Gli uomini della protezione civile stanno sgombrando il Boulevard Kukulcan dalla sabbia e dai detriti trascinati fin lì dall'oceano, che a un centinaio di metri dal punto in cui siamo continua a rombare. Ci avviciniamo alla spiaggia, andando a ingrossare un capannello di curiosi e turisti che sembrano in trance: oltre i cordoni della polizia, a perdita d'occhio, cavalloni alti sei, sette metri si infrangono gli uni contro gli altri, fino alla fine dell'orizzonte. Un bel finale, per una giornata surreale ma bella. That's all, folks!

Tuesday, August 21, 2007

Aspettando Dean

Lunedì 20 agosto.
A "Matutino Express", la risposta messicana a "Unomattina", ci ridono su. Nelle abarroterias e nei 7/11 sparsi per la Calle 5, il corso principale di Playa Del Carmen, minimizzano: il tormentone del momento è "No pasa nada", cioè "Non succede niente". In tutti gli altri centri del Quintana Roo fra Cancun e Cozumel, il rumore più diffuso non è il brontolio della tempesta imminente, ma il battito ritmico dei martelli sui pannelli di compensato che pian piano stanno invadendo le facciate di tutti gli edifici fronte mare. Visto dall΄epicentro, insomma, l΄Uragano Dean fa molta meno paura che dalla distanza.

Difficile capire se sia perché qui di uragani se ne sciroppano una ventina l΄anno, o perché il lavoro duro, con il clima tropicale, diventi ancora più duro. Ma il sentimento prevalente non sembra la paura, piuttosto lo scazzo.

Nei supermercati, al bar o alla fermata dei peseros, la vita scorre con i ritmi soliti. Chi doveva spostarsi o cercarsi un rifugio, l΄ha già fatto. A giudicare dal TG delle 18 di Canale 10, nel Quintana Roo, come pure in Tabasco e in Yucatan, sono tutti allineati e coperti. Noi compresi.

Fuori dalla finestra del nostro hotelito di Cancun, le nuvole cominciano ad addensarsi sull΄orizzonte, oscurando il tramonto. Il caldo opprimente trasuda elettricità, come il vapore di un gigantesco ferro da stiro. Poco fa, uno stormo di gracchi messicani, uccelli neri come corvi e aggraziati come rondini, ha attraversato il cielo davanti al terrazzino, dirigendosi a Ovest. In giro ci sono soltanto le camionetas della Marina e della polizia federale. A quanto pare, il grande show comincerà fra un΄ora, verso le sette, per toccare l΄apice alle due del mattino.

E noi abbiamo un posto in prima fila.

Cartoline da Playa Del Carmen

Di seguito alcuni esempi di testi per cartoline da utilizzare in occasione di un soggiorno in Riviera Maya. In caso di necessità, sostituire Playa Del Carmen con altra location zarrissima a piacere.

Carissimi,
qui tutto favoloso, sole mare e cibo fantastico. Ci sono tanti ristoranti e locali italiani che sembra di essere a Riccione. Quindi... non ci mancate per niente! Baci!

Cari tutti,
Un grande ciao da Playa, un posto dove tutto è più: il mare più torbido che a Tulum, la cerveza più cara che a San Cristobal, la spiaggia più piccola e affollata che a Puerto Escondido. L΄unico meno sta nel nostro conto in banca... ma a questo penseremo al ritorno! Salutoni

Hola amigos!
Playa Del Carmen è tutta una fiesta: ogni sera una disco diversa! La migliore? Il Blue Parrot Beach Club... ieri sera festa revival stile Studio 54! E ogni sera se ne inventano una coi migliori diggei! Saluti discotecari!

Carissimi,
fra snorkeling, catamarano, diving e windsurf stare in vacanza qui è una faticaccia... meno male che in farmacia vendono prozac, anabolizzanti e Viagra a tutto spiano, un aiutino ci voleva proprio! Bacioni

Ehi ragazzi,
qui a Playa Del Carmen ci sono 5 supermercati pieni zeppi di ricordini... finte piramidi, portafrutta a forma di amaca, sombreri e tante altre cosine belle belle. Mi sa che per scegliere i souvenir ci toccherà fermarci un altro po΄! Bacissimi

(And so on...)

Monday, August 20, 2007

Izamal, la ciudad fotogenica

A vederla sulla Lonely Planet o sulla pagina web ufficiale, Izamal promette benissimo: architettura coloniale a strafottere, la terza piramide Maya per dimensioni in tutto il Messico, una solida reputazione nel campo dell'accoglienza e addirittura una sede del Rotary. Mica cazzi.

Quando ci arrivi, però, scopri una realtà diversa. Perché la ciudad amarilla è un microcosmo a sé. E il suo fascino non sta tanto nelle facciate del Convento di Sant'Antonio da Padova, che visto da vicino mostra tutte le magagne accumulate in cinquecento anni. Ma in una atmosfera sospesa che con il passare dei giorni ti ipnotizza e non ti molla più.

Izamal odora di malinconia, letame di cavallo e pelle finta. Di candeggina e frittura da quattro soldi. Di saramuyo e sabbia riarsa dal sole. Izamal è una macchina del tempo che basta passeggiarci dentro e puff, si torna a un mondo che esiste solo nei ricordi confusi dell'infanzia o nei film neorealisti. Izamal è bella dentro. Tanto che appena riesci a imprigionarla nel mirino della reflex, tutti i suoi difetti svaniscono. E quello che ti resta è un marchio giallo negli angoli blu cobalto della mente. Punto e stop.