Lunedì 20 agosto.
A "Matutino Express", la risposta messicana a "Unomattina", ci ridono su. Nelle abarroterias e nei 7/11 sparsi per la Calle 5, il corso principale di Playa Del Carmen, minimizzano: il tormentone del momento è "No pasa nada", cioè "Non succede niente". In tutti gli altri centri del Quintana Roo fra Cancun e Cozumel, il rumore più diffuso non è il brontolio della tempesta imminente, ma il battito ritmico dei martelli sui pannelli di compensato che pian piano stanno invadendo le facciate di tutti gli edifici fronte mare. Visto dall΄epicentro, insomma, l΄Uragano Dean fa molta meno paura che dalla distanza.
Difficile capire se sia perché qui di uragani se ne sciroppano una ventina l΄anno, o perché il lavoro duro, con il clima tropicale, diventi ancora più duro. Ma il sentimento prevalente non sembra la paura, piuttosto lo scazzo.
Nei supermercati, al bar o alla fermata dei peseros, la vita scorre con i ritmi soliti. Chi doveva spostarsi o cercarsi un rifugio, l΄ha già fatto. A giudicare dal TG delle 18 di Canale 10, nel Quintana Roo, come pure in Tabasco e in Yucatan, sono tutti allineati e coperti. Noi compresi.
Fuori dalla finestra del nostro hotelito di Cancun, le nuvole cominciano ad addensarsi sull΄orizzonte, oscurando il tramonto. Il caldo opprimente trasuda elettricità, come il vapore di un gigantesco ferro da stiro. Poco fa, uno stormo di gracchi messicani, uccelli neri come corvi e aggraziati come rondini, ha attraversato il cielo davanti al terrazzino, dirigendosi a Ovest. In giro ci sono soltanto le camionetas della Marina e della polizia federale. A quanto pare, il grande show comincerà fra un΄ora, verso le sette, per toccare l΄apice alle due del mattino.
E noi abbiamo un posto in prima fila.
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