1) Coprirsi benino. La capitale morale del Chiapas - quella vera si chiama Tuxtla Gutierrez - sta a 2.200 metri di quota. Qui piove spesso, specialmente da giugno a settembre, e la temperatura media sta intorno ai venti, venticinque gradi. Anche quando in tutto il centroamerica ce ne sono dieci in più. L'abbigliamento a cipolla, insomma, è gradito.
2) Concedersi qualche escursione nei dintorni. Da non perdere, in questo senso, il sito archeologico di Palenque, fra i più spettacolari di tutto il centroamerica. O il Cañon del Sumidero, che torreggia sulle acque del Rio Grijalva con i suoi 850 metri di altezza. O ancora, una visita a uno dei villaggi Maya Tzotzil persi fra le montagne. Prezzi popolari, a partire da circa 20 euro a escursione. E sono soldi spesi benissimo.
3) Trovare un bel posto dove dormire. Al contrario che in altri centri del Messico, qui è facilissimo: per riuscire nell'impresa, basta uscire dalla stazione dei bus e guardarsi intorno. Noi abbiamo scelto la posada Le gite del sol, un Bed and Breakfast economico e confortevole gestito da una adorabile coppia mezzo canadese mezzo messicana. Da tenere assolutamente presente.
4) Andare a caccia di souvenir, come il caffè e la cioccolata di Aroma Café, o le artesanias del mercado di fronte alla chiesa di Santo Domingo. Carinissimi anche i negozietti del centro: Santo Domingo Terracota (Avenida 20 de Noviembre 36/8) è l'ideale per l'arredamento e l'oggettistica; da Milagrosa (Aenida Jarez, 8), invece, vanno fortissimo i coloratissimi altarini tascabili Made in Mexico detti retablos. Occhio anche alle cartoline stile Tim Burton dell'engrabador fine secolo Jose Guadalupe Posada, tutte a base di scheletrini danzanti e introvabili altrove.
5) Tirar Tardi. A San Cris ci sono due Università, e locali e bistrot abbondano, soprattutto nel cosiddetto andador, il corso principale del centro storico. Per mangiare, meglio frugare nelle viette più defilate: al ristorante La Parrilla, per esempio, ci si strafoga di carne alla brace con 15 euri a cranio.
6) Scoprire che il 100 per 100 dei tassisti chiapanechi preferisce la Nissan Tsuru, una 3 volumi bruttissima e anonima che sta confinando nelle riserve i mitici maggiolini Wolksvagen, un tempo diffusi in tutto il Messico e ora ufficialmente in via di estinzione.
7) Scoprire che qui cambiare i Traveller Cheques può diventare un'avventura in stile Indiana Jones. Un consiglio: al momento del ritiro, i Traveller vanno firmati in alto a sinistra. Qualunque deroga a questo sano principio comporta cazzi cosmici: a sentire i ben informati, pare che molti locali si divertano un mondo a tirare scemi i turisti. Vuoi il benessere, gringo? Goditelo.
8) Intuire che, sotto la facciata godereccia di San Cristobal, c'è un pueblo sotterraneo dove acqua, salute e diritti essenziali sono un'utopia. Qui, come in altre zone del Paese, La vida no vale nada. E i soldi del turismo sono tutti per ladinos, gringos ed europei. Per i locali, briciole e stop.
9) Stare molto attenti a dove mettere i piedi. I marciapiedi di San Cristobal sono trappole mortali. Dove non arrivano auto e furgoni, che qui schizzano fra le stradine a settanta all'ora, arrivano le crepe, le buche, i tombini, i dislivelli, e in generale le barriere architettoniche che in questo angolo di mondo trovano una sorta di area protetta.
10) Puntare lo sguardo al cielo. Dove, grazie alle correnti di alta quota e alla particolare conformazione della valle di Jovel, ogni sera le onnipresenti nuvole di San Cris mettono in scena tramonti che sembrano presi di pacca da "Via col vento". Spettacolo garantito.
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